? = Come usare il corso

 

Qui trovi indicazioni su come usare il corso, suddivise in due parti:

1. La prima spiega significato e funzioni delle varie voci del Menu principale (le voci che compaiono sul frontespizio del corso).

2. La seconda contiene suggerimenti di due tipi:

A. Raccomandazioni di carattere generale, formulate dall'autore del corso.

B. Osservazioni di carattere particolare, riferibili a peculiarità della versione italiana del corso, formulate dall'ultimo traduttore.

 

1a parte: Menù Principale

Qui trovi la descrizione delle varie voci del menù principale presenti sul frontespizio: denominazione, significato, funzione ed articolazione in sottomenù.

Precisamente, la voce di Menù denominata:

-    Che cos’è l’esperanto? fornisce informazioni sulla lingua internazionale.

-    Come usare il corso (si trova pigiando il tasto ?) è il testo che stai leggendo.

-    Configurazione (si trova pigiando il tasto con gli ingranaggi) serve a configurare il corso circa i seguenti aspetti:

     .    Traduzione: Serve per seguire il corso anche in lingue diverse dall'italiano.

     -    Lingua: Consente di scegliere una fra le lingue utilizzabili per il corso.

     -    Caratteri: Consente di indicare il tipo di carattere che s'intende usare per i testi. E' bene usare, preferibilmente, solo insiemi di caratteri che abbiano anche le lettere soprassegnate dell’esperanto.

          Attenzione: alcuni tipi di carattere possono superare la dimensione limite dei campi.

     .    Sistema per le lettere soprassegnate: Serve per scegliere tra il sistema usato nel corso (valido solo all’interno del programma “Kurso de Esperanto”) ed un sistema diverso, eventualmente già presente nel tuo calcolatore. Per apporre i soprassegni alle lettere secondo il sistema insito nel programma del corso, digita prima la lettera, seguita da “x”; ad esempio, per soprassegnare la lettera “c” per ottenere "ĉ", digita prima “c” e poi “x”. Per soprassegnare la lettera “u” per ottenere "ŭ": digita prima “u” e poi “x”. La scelta precostituita è di seguire la convenzione insita nel programma del corso.

     .    Tutore del corso: contiene le informazioni sul tuo tutore (vedi anche il successivo punto A4). Se non hai ancora un tutore, va alla pagina seguente: http://www.kurso.com.br/korektanto.php?it

          -    Nei miei messaggi al tutore ... : Consente di indicare come appaiono le lettere soprassegnate (ĉ, ĝ, ŝ, etc.) nei tuoi messaggi al tutore del corso. Le scelte possibili sono:

               .    Unicode: è il sistema usato nel corso; è quello raccomandato (ed è la scelta precostituita).

               .    Sistema "x" (ŝ = sx): è un sistema alternativo, che si può usare quando il programma di posta elettronica dello studente non accetta le lettere soprassegnate.

               .    Sistema "h" (ŝ = sh): è un altro sistema alternativo (tradizionale) per indicare i caratteri speciali dell’esperanto.

-    Riconoscimenti. Contiene:

     .         Nome e indirizzo dell’autore; citazione di: collaboratori, traduttori, lettori (voci femminili e maschili), altri; dedica.

.    Metodologia seguita (con informazioni sui diritti d'autore di terzi: musica; altri riconoscimenti); versione del corso; permesso d'uso del programma; ambiente di sviluppo.

-    Esci:serve ad abbandonare il programma.

-    Menù delle lezioni:

     .    Leciono 1 - Leciono 7:sono le lezioni con esercitazioni di pronuncia ed esercizi di comprensione del parlato.

     .    Leciono 8 - Leciono 12: è la parte restante del corso (senza esercitazioni di pronuncia, ma con esercizi di comprensione del parlato ed esercizi d'altro tipo).

     .    Fina ekzameno (Saggio finale): serve a valutare il livello d'apprendimento conseguito al termine del corso.

     .    Dove sono rimasto?: serve a riprendere dall'ultima pagina letta nell'accesso precedente.

 

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2a parte: Suggerimenti vari per chi si accinge a seguire il corso:

 

A.      Raccomandazioni generali (dell'autore).

 

A1.     Segui il corso ad un ritmo adatto a te e alla tua disponibilità di tempo. Tuttavia, non accelerare troppo il ritmo: segui, al massimo, una lezione al giorno. Procedi solo quando ti senti padrone del contenuto delle lezioni già studiate.

A2.     Ripeti gli esercizi tante volte quanto ritieni opportuno: è la pratica che consente di perfezionarsi.

A3.     Leggi le parole e le frasi in esperanto sempre ad alta voce, arrivando a conoscerle addirittura a memoria.

A4.     Puoi trarre maggior profitto dal corso con l’aiuto d'un tutore che ti corregga le traduzioni e ti aiuti a risolvere eventuali dubbi.

          Consulta il sito http://www.kurso.com.br/korektanto.php?it per ricevere gratuitamente un tutore per questa versione italiana del corso.

A5.     Completato il corso, puoi perfezionare in vari modi la conoscenza della lingua:

          -    Leggendo libri e riviste in esperanto.

          -    Partecipando alle riunioni dei gruppi esperantisti, ai convegni e ai congressi nazionali e internazionali.

          -    Prendendo parte ai forum e alle discussioni in internet.

          -    Corrispondendo con esperantisti d'altri paesi, ascoltando le trasmissioni radio, etc.

          -    In tal modo, puoi non solo migliorare piacevolmente il tuo esperanto, ma anche fare amicizia con persone nuove, ed ampliare la tua cultura.

A6.     Aderendo alla Federazione esperantista italiana (http://www.esperanto.it), otterrai vantaggi e sconti nell’acquisto di libri e nell’abbonamento a riviste. E potrai anche contribuire alla diffusione della lingua internazionale.

A7.     Acquista i libri fondamentali per approfondire la conoscenza della lingua, cioè: dizionari e grammatica.

A8.     Infine, comincia ad approfittare di questo stupendo mezzo di comunicazione per diventare un autentico cittadino del mondo!

 

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B.      Osservazioni particolari (del traduttore).

 

B1.     Notazioni. Per esigenze di concisione, nel testo italiano si sono usati tre simboli (barra: /; parentesi tonde: (); parentesi quadre: [] ), con il loro significato abituale; precisamente:

          a.  La barra separa versioni alternative. Ad esempio, la scrittura 'sano / a' equivale a: 'sano oppure sana'.

          b.  Le parentesi tonde () propongono un chiarimento, un'interpretazione, un suggerimento, e simili. Ad esempio: 'Per registrare, regola bene il microfono (consulta la Guida di Windows)'.

          c.  Le parentesi quadre [] delimitano porzioni di frase che possono essere espresse o sottintese, secondo il contesto.

               Ad esempio: '[Io] leggo il libro di Pietro' significa che la frase può essere formulata sia esplicitando il pronome Io (come conviene fare quando si svolgono i primi esercizi di traduzione), sia sottintendendolo (com'è opportuno quando si voglia tradurre in un italiano scorrevole).

 

B2.     Nei paragrafi che seguono si riportano osservazioni che non hanno trovato spazio nel testo ufficiale del corso perché pertinenti a peculiarità della lingua italiana.

          Pertanto, l'attuale traduttore del corso ha concordato con l'autore di raggrupparle in questa parte introduttiva, collocando all'interno delle lezioni dei sobri richiami (del tipo: -> B2a; -> B2b; etc.) che rinviano ai paragrafi sottostanti.

          E' bene precisare che tali osservazioni:

          -    Non costituiscono parte essenziale del corso.

          -    Non interesseranno, probabilmente, la maggioranza degli allievi, ma solo i più curiosi di aspetti grammaticali della lingua, anche in vista di un approfondimento successivo.

          -    Vanno trascurate da chi ne ricavi l'impressione che complichino le cose semplici.

          In ogni caso, sembra consigliabile accedere a queste osservazioni non già la prima volta che se ne trovi il richiamo all'interno di una lezione, bensì solo dopo averne completato lo studio (o, magari, soltanto dopo una prima lettura dell'intero corso). Tanto meno si consiglia di scorrerle prima d'iniziare il corso.  

         

B2a.  Leciono 1, paĝo 3.

          In teoria, l'equivalente esperanto del pronome italiano 'tu' è il pronome 'ci'. Tuttavia, nella pratica quotidiana - all'infuori che in qualche testo poetico - è prevalso l'uso del 'vi', sia per indicare il singolare 'tu', sia per indicare il plurale 'voi' (e, quindi, anche la forma di riguardo 'Lei').

          In sostanza, in esperanto, 'si dà del tu' a tutti (ovvero, secondo una visione che oggi suona un po' ... passatista), 'si dà del Lei a tutti'.

 

B2b.   Leciono 1, paĝo 4.

          Di qui in poi, nella traduzione italiana, i pronomi (io, tu, etc.) sono posti tra parentesi quadre, a significare che:

          -    Sono solitamente omessi nella traduzione in italiano: ciò per esigenze di scorrevolezza e di rispondenza all'uso effettivo della nostra lingua.

          -    Possono essere esplicitati nei primi esercizi di traduzione, per mostrare una chiara comprensione dell'originale esperanto.

          -    Vanno sempre espressi in taluni casi particolari (ad esempio, quando è necessario sottolineare una contrapposizione; ad esempio: 'Tu - non io - sei il colpevole.').

 

B2c.   Leciono 1, paĝo 4.

          L'esperanto ha un tempo passato primario (denominato 'preterito' e formato con la terminazione -is) che può essere tradotto in italiano con il passato remoto (Li estis -> [Egli] fu), ma anche, talora, con il passato prossimo (Li estis -> [Egli] è stato), o con l'imperfetto (Li estis -> [Egli] era), secondo il contesto.

          Sarebbe però errato considerare una manchevolezza dell'esperanto questa confluenza di tre tempi passati italiani (passato remoto, passato prossimo, imperfetto) nell'unico tempo preterito. Vediamo perché:

          -    Quando il passato prossimo italiano ('ho letto') è usato per indicare che l'azione del leggere è stata - più o meno recentemente - conclusa, anche in esperanto è perfettamente possibile sottolineare tale aspetto di compiutezza dell'azione (alle pagine 5-7 della Leciono 10 si vedrà come i tempi composti - costruiti con un semplice ed ingegnoso uso del participio - assolvano pienamente a questa funzione).

          -    Quando l'imperfetto italiano è usato per denotare l'incompiutezza dell'azione ('leggevo [nel senso di: 'stavo leggendo'], quando squillò il telefono'), è possibile esprimere anche in esperanto tale aspetto d'incompiutezza (e lo strumento tecnico è anche in questo caso costituito dai tempi composti, trattati a partire dalla pagina 5 della Leciono 10).

          -    Quando l'imperfetto italiano è usato per sottolineare il protrarsi dell'azione ('leggeva' [nel senso di: 'leggeva a lungo, leggeva in continuazione, non la finiva di leggere'], 'sparava' [nel senso di: 'faceva fuoco a ripetizione']), è possibile esprimere anche in esperanto tale aspetto (in questo caso lo strumento è costituito dal suffisso -ad; si veda un accenno alla pagina 7 della Leciono 8).

          Più in generale, si può affermare, che l'esperanto dispone di forme adatte ad esprimere i significati peculiari di tutte le forme italiane di tempo passato (non solo delle tre citate).

          Quando, invece - come spesso accade - l'imperfetto, il passato prossimo o il passato remoto sono usati in italiano indifferentemente, senza un'intenzionale sfumatura di significato, allora si possono tradurre uniformemente con la terminazione -is del preterito.

 

B2d.   [Leciono 1, paĝo 4, paĝo 6].

          Anticipando quanto è detto a pagina 8 di questa stessa Leciono 1, l'assenza dell'articolo determinativo 'la' dà luogo a due tipi di traduzione:

          -    Al singolare, l'articolo indeterminativo (un, uno; una) può essere esplicitato (knabo = un ragazzo) oppure sottinteso (knabo = ragazzo).

          -    Al plurale, l'indicazione del 'partitivo' (dei, degli; delle) si può esplicitare (floroj = dei fiori) oppure sottintendere (floroj = fiori).

               Il ricorso al partitivo può riguardare anche il singolare (del, dello; della) quando il sostantivo indica una sostanza che non si può enumerare (ad esempio: del pane; in contrapposizione a: un panino). Anche per il singolare di una sostanza non enumerabile, il partitivo può essere espresso (pano = del pane) oppure sottinteso (pano = pane).

 

B2e.   [Leciono 1, paĝo 3].

          Sul modo di tradurre i sostantivi privi dell'articolo determinativo 'la', si riveda quanto già anticipato alla soprastante nota B2d.

    

B2f.   [Leciono 2, paĝo 2].

          Il significato fondamentale - e comune - delle tre frasi è: 'Lavo la tazza nuova'. Tuttavia:

          -    La seconda formulazione ('La tason lavas mi') aggiunge la sfumatura che 'sono io (non altri) a lavare la tazza nuova'.

          -    La terza formulazione ('La tason mi lavas') aggiunge la sfumatura che 'La tazza nuova io la lavo (piuttosto che romperla, ad esempio)'.

          Questo argomento è ripreso alla Leciono 9, paĝo 9 ('Disposizione delle parole').

 

B2g.   [Leciono 4, paĝo 1].

          In questa pagina e nella successiva taluni sostantivi si trovano all'accusativo: la ragione è che si sottintende un verbo transitivo (il verbo 'auguro' per i sostantivi: tagon, matenon, vesperon, nokton, apetiton; il verbo 'dico' per il sostantivo: dankon).

 

B2h.   [Leciono 5, paĝo 4].

          Notare che, laddove la frase italiana contiene una doppia negazione ('Non ... da nessuna parte.'), la corrispondente proposizione in esperanto ne usa una sola ('Nenie').

          In esperanto, due negazioni si neutralizzano ed equivalgono ad un'affermazione.